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Agatha Cristhie al bivio.

Nella ristrutturazione dell’ Hotel Pera Palace di Istanbul è stata posta particolare cura, come c’era da aspettarsi, a ben evidenziare lo spirito dell’epoca e soprattutto della sua più nota cliente:  Agatha Christie, la scrittrice più pubblicata al mondo. Un nome  indelebilmente associato alla storica struttura,  molti i suoi libri sugli scaffali e  molte le sue fotografie. Nella camera   411 la Cristhie scrisse, durante una delle sue numerose visite alla città tra il 1926 e il 1932, “Assassinio sull' Orient Express” , considerato il suo capolavoro.

Personalmente tra tutti i suoi libri preferisco “Dieci Piccoli Indiani”,  di cui giudico buona la trasposizione cinematografica del 1945 di R.Clair e del 1966 di R.Pollock (non certo l’ultima), così come trovo indiscutibilmente il migliore degli adattamenti cinematografici dei suoi film "Assassinio sul Nilo"con Ustinov. Tuttavia è  molto intrigante anche la fase mistico-magica della Christie in particolare i racconti brevi de “Il misterioso signor Queen”. E un mistero in effetti nella vita della scrittrice c’è.

Un mistero, che ha lasciato perplessi sia la polizia che i fan di Christie per 80 anni. La sera del Venerdì 3 dicembre 1926 la scrittrice, che stava lavorando al seguito di un libro di successo, baciò la figlia che dormiva e scomparve, senza preavviso. La sua Morris Cowley sarà  trovata abbandonata su di un pendio sul bordo di una scogliera. Un laghetto abbastanza profondo accanto. Di lei nessuna traccia.  Per 11 giorni l’Inghilterra resta con il fiato sospeso per quello che sembra un evento degno delle migliori sceneggiature della scrittrice e attua una delle più grandi cacce all'uomo mai viste con oltre 1000 agenti di polizia, civili volontari  e  addirittura con aerei.

 Montatura pubblicitaria? Azione di rivalsa verso il primo marito che la tradiva? Speranza di vedergli imputato il proprio assassinio? Perdita di memoria causata dall’incidente d’auto? Diverse teorie plausibili hanno gareggiato nel corso degli anni, fatto sta che la scrittrice venne ritrovata ad Harrogate, località termale dell'Inghilterra settentrionale.

Sembra che, arrivata a Londra, fosse salita su un treno per la città termale dopo aver visto un annuncio alla stazione ferroviaria e in un hotel locale alloggiò, quasi senza bagaglio, sotto il nome di Teresa Neele, l'amante del marito. Pare si  fingesse una perfetta allegra vacanziera, unendosi a feste e balli, tant’è che alla fine fu riconosciuta da un suonatore di banjo. Leggendario il recupero della consorte da parte del marito:  lei lo tenne in attesa nel salone dell'hotel mentre ha finiva di vestirsi per la cena.

 Recentemente  il biografo Andrew Norman sembra trovare una risposta plausibile al mistero: Norman utilizza casi di studio medico per dimostrare che Christie visse  un periodo di amnesia indotta da stress, uno stato di trance psicogena dovuta a depressione. “Un tipo di fuga che ai nostri giorni è meglio compresa” dice il biografo. Norman sostiene di riconoscere i sintomi dell’amnesia psicogena nell’ adozione di una nuova personalità e nell'incapacità della scrittrice in quel periodo di riconoscersi in foto sui giornali. Inoltre la stessa fortunatissima serie di Miss Marple, per molti aspetti alias femminino di Agatha, esordisce in quegli anni.

 Ma è anche grazie alla “rotta verso est” che la romanziera si ritrova. E’ durante un viaggio in treno verso Bagdad,  che trova l'ispirazione per Assassinio sull'Orient Express, il suo capolavoro, e che contemporaneamente conosce l’archeologo Max Mallowan, che sposerà. Un’esperienza da cui la scrittrice trarrà il diario di viaggio del  1946, Viaggiare è il mio peccato, in cui descrive i giorni in cui ha accompagnato il marito nelle sue spedizioni archeologiche in paesi comela Siria e l’Iraq.

 "Amava Istanbul", spiega Matthew Pritchard, nipote di Christie. "Mio nonno  viaggiava continuamente verso est e mia nonna verso ovest. Istanbul era una posizione perfetta per loro."

E il Palazzo Pera, progettato dal franco-turco Alexander Vallaury , simbiosi di stile art nouveau e stile orientale, simboleggia ulteriormente il tema del bivio e dell’incontro. 

 Gina Vitali